Panorama
19 Agosto 1999

HA UN BUON NASO QUESTO CYRANO

Se Cyrano de Bergerac, invece che poeta e spadaccino, fosse diventato santo, ogi sarebbe il protettore dei ghost-writer. Ossia di quegli scrittori costretti a produrre dietro compenso pagine che qualcun altro firmerà al posto loro. Lettura troppo azzardata? Può darsi. Ma tutto è lecito quando c’è di mezzo un’eminente proboscide in grado di fare da perfetto correlativo oggettivo a un testo votato all’iperbole.

Di certo Rostand, scrivendo il Cyrano nel 1897 per il grande attore Coquelin, ebbe buon naso. Lo stesso si può dire per il protagonista di questo allestimento firmato da Patroni Griffi, Sebastiano Lo Monaco, la cui cyranesca appendice è stata realizzata da Silvano Rocchetti, già creatore dei nasi posticci du Gino Cervi, José Ferrer e Gérard Depardieu.

Patroni Griffi ha avuto fiuto nel puntare, con voluto effetto "pompier", sulla celebre traduzione di Mario Giobbe del 1898. C’è qui, più che il Seicento del Cyrano, il sapore dell’epoca di Rostand, sottolineato da musiche di Offenbach e Lehar.

Eppure, soprattutto nella prima parte più comica e corale, lo spettacolo stenta a decollare, forse inceppato dall’ipertrofia d’un testo sproporzionato. Questo non impedisce a Lo Monaco di ritagliarsi addosso un Cyrano parodistico e dolente, perennemente in viaggio verso la luna. (R.B.)